Elementi di disturbi del sonno nei bambini di oggi
I disturbi del sonno nei bambini sono qualcosa di molto comune, che spesso può preoccupare i genitori, ma che in realtà nella maggior parte dei casi si auto-risolvono con la crescita.
Come abbiamo già visto nell’approfondimento dedicato alla tabella delle ore del sonno dei bambini, il ritmo di riposo dei bimbi cambia molto nei primi anni di vita.
Nei primi 6 mesi di vita si può tranquillamente ritenere normale un sonno giornaliero di circa 15 ore, fino ai 2 anni invece si può arrivare a 14 ore giornaliere cime standard, che diminuiscono gradualmente con la crescita, fino ad assestarsi intorno alle canoniche 8 ore dell’adolescenza.
Questo significa che il riposo del bambino nei primi anni di vita, è comunque un processo in divenire, soggetto a scatti evolutivi e cambiamenti. È normale che possa essere meno lineare di quanto ci aspettiamo.
Rispetto a cento anni fa, inoltre, i bambini dormono circa 2 ore in meno.
Le motivazioni sono le stesse per le quali anche il sonno degli adulti è cambiato molto.
Le luci artificiali, per esempio, allungano in qualche modo il giorno.
I ritmi frenetici del nostro quotidiano sono fonte di stress, anche per i più piccoli e non in ultimo, i dispositivi elettronici, usati in età sempre più precoce.
Tutti questi sono fattori che incidono pesantemente sul ritmo sonno/veglia e hanno fatto aumentare i disturbi del sonno dei bambini, specie negli ultimissimi decenni, con conseguente preoccupazione dei genitori che assistono più spesso a episodi considerati “anomali”.
Esistono poi fattori individuali che possono influire sul buon riposo dei bambini, legati al clima familiare. Non è questa la sede per approfondire questo aspetto, ma va da sé che fattori come i conflitti familiari, le malattie in famiglia o il senso di abbandono possono influire pesantemente sull’ansia dei più piccoli.
Per quanto riguarda alcune cause “ordinarie” di difficoltà invece, possiamo elencare lo svezzamento e la dentizione come principali cause “fisiologiche” di difficoltà nel sonno dei bambini.
Disturbi del sonno dei bambini e parasonnie
Quali sono i più comuni disturbi del sonno nei bambini? Come distinguere qualcosa di preoccupante da un’innocua parasonnia?
E come accompagnare i bambini nell’evoluzione verso un riposo sempre più sereno?
Parasonnie: i sintomi e come affrontarle
Le parasonnie (dal greco para, “attorno” e dal latino somnus, “sonno”) sono comportamenti anomali che i bambini (ma anche gli adulti) possono assumere durante il sonno. In genere si manifestano sotto forma di movimenti, più o meno “a scatti” oppure parlando, anche urlando e piangendo.
Hanno luogo prevalentemente nel passaggio da una fase del sonno a un’altra, sia nella fase REM che nelle fasi Non-REM.
Le più comuni parasonnie dei bambini sono:
- Il sonnambulismo infantile, che in genere si manifesta in bambini dai 2 anni in su.
Il bambino si alza, può avere gli occhi aperti e camminare per casa, parlare o cantare, accendere la TV o giocare con i propri giocattoli, , girovagare anche con atteggiamenti anomali, come fare pipì in luoghi strambi.
Si stima che circa il 20-22% dei bambini abbiano almeno un episodio di sonnambulismo durante la crescita, con un picco massimo intorno ai 10 anni.
Per affrontare gli episodi di sonnambulismo, che in genere è innocuo e si auto-risolve con la crescita, è consigliabile ricondurre con dolcezza il piccolo sonnambulo nel suo lettino. Non è pericoloso: l’importante è non svegliarlo con irruenza, per evitare inutili ansie e spaventi. - Anche il pavor nocturnus (in italiano: terrore notturno, terrore nel sonno) rientra nelle parasonnie e può essere decisamente più inquietante del precedente.
Il bambino, continuando a dormire e in genere restando nel proprio lettino, inizia a urlare e/o piangere, a volte a occhi aperti, a volte tenendoli chiusi. Suda e respira affannosamente, si agita e sembra in preda al terrore più profondo. Ha le pupille dilatate, può irrigidirsi e se si prova a contattarlo toccandolo o parlandogli, i sintomi possono anche peggiorare.
Per questo, per quanto difficile, il modo migliore per affrontare episodi di terrore notturno è monitorare la situazione e aspettare che passi. Gli episodi in genere durano pochi secondi o minuti, ma a volte possono arrivare anche a 30 minuti. Subito dopo il bambino riprende il suo sonno (che in realtà non si è mai interrotto) tranquillamente. Non ricorderà nulla.
Il terrore notturno è una parasonnia del tutto innocua, che NON avviene a seguito di un incubo, ma in una fase N-Rem. Per questo non deve destare preoccupazioni, sebbene possa essere, come si è detto, inquietante. - Gli incubi sono episodi invece legati alla fase REM. Il bambino esperisce sogni terrificanti e inquietanti, che portano a svegliarsi e a cercare aiuto e conforto da parte dei genitori. In questo caso, interrompendosi effettivamente il sonno del piccolo, potrà ricordare l’episodio al mattino.
Gli incubi si manifestano in genere per la prima volta tra i 24 e i 36 mesi.
Confortare il bambino è la risposta migliore che i genitori possono dare a questi episodi. - Le paralisi notturne sono parasonnie più rare, ma non inesistenti, in età infantile. Sono più frequenti in età adulta.
Durante questi episodi si ha la percezione di essere svegli ma di non potersi muovere. Si percepiscono o si vedono (allucinazioni) presenze nella stanza che terrorizzano, ma sembra di non poter urlare o fuggire.
Disturbi del sonno dei bambini: quando preoccuparsi
Abbiamo detto che le parasonnie sono in generale episodi legati al sonno dei bambini e che sono di per sé innocue e gestibili.
Tuttavia, se gli episodi sono molto frequenti e costanti e se quindi il sonno del bambino è molto ridotto, le conseguenze possono essere negative sulla salute e il benessere del piccolo.
Come abbiamo già detto più volte, è durante il sonno che viene secreto l’ormone della crescita, particolarmente nella prima parte della notte che precede la mezzanotte.
Si definisce deficit di ormone della crescita (o deficit di GH) la riduzione o la completa assenza di produzione di questo ormone da parte della ghiandola ipofisi.
In particolare una carenza di sonno può comportare:
- difficoltà di concentrazione e rischio di sviluppare ADHD, disturbo oppositivo-provocatorio e disturbi depressivi;
- sviluppo di problematiche alimentari e obesità;
- sviluppo di iperattività e problematiche motorie.
Rituali della nanna e buone abitudini
Per favorire il buon riposo e prevenire i disturbi del sonno nei bambini, è importante seguire alcune semplici regole
- Instaurare orari regolari per andare a dormire;
- Creare un ambiente di riposo confortevole, che sia piacevole e pensato per lui, con materiali di qualità e attenzione alle sue esigenze;
- Non far andare a letto il piccolo subito dopo cena;
- Anche la cena è bene abbia orari regolari;
- Bandire tablet, tv e dispositivi elettronici prima di dormire;
- Fare attenzione a luce e umidità nella stanza;
- Creare una routine, un rituale piacevole prima di dormire: una fiaba o un gioco rilassante, o esercizi divertenti e utili anche per la postura del bambino.
Per concludere: i disturbi del sonno nei bambini sono in genere parasonnie innocue che si auto-risolvono con la crescita.
Chiedere aiuto al pediatra è una buona idea quando gli episodi sono così frequenti e difficili da gestire, che incidono sulla qualità del riposo del piccolo e quindi sulla sua qualità di vita durante la veglia. Anche per evitare di alimentare la resistenza ad andare a letto.
Creare un ambiente confortevole per il suo riposo, è sempre il primo passo per aiutarlo a dormire meglio e crescere quindi sereno.